SPACCIO DI STUPEFACENTI, CONDANNA CON PENA SOSPESA PER CALIENDO

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Ieri mattina il giudice Capuano, presso la sede ischitana del Tribunale, ha

Un anno e quattro mesi di reclusione, oltre a una sanzione di quattromila euro, con sospensione della pena. È stato questo il responso principale del verdetto pronunciato ieri mattina dal giudice Capuano nei confronti di Giuseppe Caliendo, accusato di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nonostante la pena sospesa, la sentenza è stata persino più dura rispetto alle richieste dell’accusa. Il pubblico ministero, infatti, aveva invocato una condanna a otto mesi di reclusione, mentre il giudice ne ha quasi raddoppiato l’entità. Parallelamente, è stata revocata ogni misura cautelare. Termina così, in maniera relativamente celere, la vicenda giudiziaria iniziata negli ultimi giorni del dicembre scorso per Caliendo e altri quattro soggetti coinvolti. Parliamo della nota operazione “Narcos” eseguita dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia e coordinata in prima persona dal vicequestore Alberto Mannelli, d’intesa con la VII Sezione della Procura della Repubblica di Napoli, che portò all’arresto, oltre che di Caliendo, di Mirko Ianuario, Giuseppe Iacono, Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo. Gli inquirenti  avevano avviato la loro indagine da diverso tempo, svolgendo pedinamenti ed attività di controllo lungo il territorio isolano per molti mesi, fino a quando non maturarono la convinzione di aver raggiunto la quadratura del cerchio. Il direttore d’orchestra di una vera e propria “holding” dello spaccio era stato individuato in Mirko Ianuario, trentadue anni, personaggio noto alle forze dell’ordine. Lui, secondo gli inquirenti, era a capo di questo meccanismo, organizzato ispirandosi ad una serie televisiva che era appunto denominata “Narcos”. Gli investigatori di via delle Terme appurarono che lo Ianuario riusciva, proprio grazie agli spunti che aveva preso guardando le puntate del telefilm in questione, a gestire l’acquisto, l’arrivo sull’isola e il successivo smercio anche di quantitativi ingenti di stupefacenti del tipo marijuana. Un “traffico” che di fatto lo aveva messo quasi nella condizione di monopolizzare il mercato. L’uomo addirittura celava, disseminandole per le varie pinete ubicate nel Comune di Ischia, delle buste di marijuana del peso complessivo di circa 240 grammi cadauna, inviando le coordinate del nascondiglio non certo in maniera banale ma affidandosi ad una collaudata “App” che dopo sessanta secondi dalla ricezione del messaggio trasmesso al complice vedeva il messaggio stesso cancellarsi in automatico.  La svolta avvenne con gli arresti tra il 28 e il 29 dicembre quando si stava per  concretizzare uno scambio di denaro e droga tra Ianuario, Caliendo e Giuseppe Iacono. In quel frangente venne sequestrato un importo di 800 euro. Nell’ispezione dell’autovettura in uso a Mirko Ianuario (che risultò essere rubata), fu scovato un nascondiglio nella zona dell’air bag del passeggero, dentro il quale c’era denaro contante per complessivi 1.700 euro e un involucro contenente 200 grammi di mariuana. Inoltre,  nel corso di una perquisizione domiciliare vennero rinvenuti due confezioni sottovuoto di sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso lordo di 250 grammi. Il ricavato delle vendite fu ritrovato all’interno della cassaforte di una casa del genitore di Mirko Ianuario. In banconote da cinquanta e cento euro venne fuori un piccolo tesoro, 40.000 euro. I poliziotti ritrovarono anche una divisa operativa dell’Arma dei Carabinieri corredata di cinturone, fondina e berretto oltre che gli una pistola modello Glok legalmente detenuta, un paio di manette ed un Rolex in acciaio ed oro di un valore di circa cinquemila euro. I cinque vennero tratti in arresto e condotti in carcere.