DI GAETANO FERRANDINO
ISCHIA – Tutto il mondo è paese, tutte le isole pure. E così, che si chiami Ischia oppure Procida, poco cambia. Quando si parla di traffico, pardon quando di parla di limitazioni al traffico e dunque della circolazione veicolare, i cittadini cominciano ad avere l’orticaria. Per la serie, per fare il verso alla pubblicità dei famosi orologi, “toglietemi tutto ma non la macchina” e soprattutto la possibilità di arrivare con la stessa fin sotto casa e – se possibile – anche in camera da letto. Sulla vicina isola di Procida succede che il sindaco Dino Ambrosino chiede in un territorio più “green” e sensibile all’ambiente ed ha deciso che la domenica mattina la circolazione delle vetture debba essere vietata: il paese è piccolo, le strade pure e visto che in fondo la domenica è un giorno festivo che c’è di meglio per le famiglie che godersi quattro passi a piedi o in bicicletta senza rombo dei motori a destra ed a manca. La gente non ci sta, però, e fin qui saremmo anche nella norma, ma secondo quanto racconta il portale di informazione “Il Procidano”, i cittadini avrebbero un valido alleato in alcuni sacerdoti. Yes, sacerdoti. I quali, udite udite, avrebbero lamentato il fatto che a causa dello stop motori imposto dalle 10 alle 13 sarebbe calata – evidentemente statistiche alla mano o colpo d’occhio, non è dato saperlo – la presenza di fedeli alle messe domenicali. Ed allora ecco riesplodere in quel di Procida l’ennesimo remake di Don Camillo e Peppone, con il prete da una parte ed il primo cittadino dall’altra, ognuno barricato sulle rispettive posizioni. E chissà questa storia come andrà a finire: potere nero potere vero, si diceva una volta. Chissà che non arrivi una deroga per tutti coloro che dimostrino effettivamente di andare a pregare la domenica mattina. Si scherza, ovviamente, ma nemmeno tanto: in casi del genere, in fondo, non si sa mai come può andare a finire.