ISCHIA – “Vedi Emanuele, questo è l’evento che abbiamo pensato di fare per te, cioè di mettere nel profilo di ognuno di noi la tua foto e lasciarla per otto giorni perché tu te ne andarsi l’8 e noi vorremmo che in questi otto giorni tu tornassi. Siamo in tanti a chiedertelo nel gruppo creato per te… ma sono certa che te lo sta chiedendo l’Italia intera. Ti preghiamo… torna, casa aspett a te”. E’ questo il messaggio che i genitori di Emanuele Arcamone, il giovane studente di ingegneria ischitano scomparso ormai da tempo immemore, hanno postato sul gruppo Facebook “Cerchiamo Emanuele Arcamone”. Di fatto l’iniziativa vuole creare una sorta di catena, con tanti ischitani e non che stanno postando sul proprio profilo la foto del nostro concittadino come immagine principale: un modo per cercare di far girare ancor di più il volto di Emanuele nella speranza che grazie alla potenza del web qualcuno possa individuarlo e dare notizie alle forze dell’ordine o ai suoi cari, che non vedono l’ora di riabbracciarlo e che in questi anni – che devono essere stati lunghissimi – non hanno mai perso la speranza, rendendosi promotori di una serie di iniziative per fare in modo che la vicenda, questa triste vicenda, non cadesse nell’oblio.
Una catena che sta sortendo risultati che invero stanno andando al di là di ogni più rosea aspettativa, potenza certo della capacità penetrativa dei social network ma anche dell’affetto che la comunità isolana nutre per un giovane della sua terra che improvvisamente ha deciso di cancellare tutto e di andarsene chissà dove. Tutto è nato in maniera decisamente improvvisa e spontanea, e come al solito è dalle improvvisate che nascono le idee migliori. Una iscritta al gruppo Facebook, Alves Lazzarini, qualche giorno fa ha pubblicato una sorta di appello-comunicato nel quale scriveva: “Ho pensato di creare un evento che partirà dal 1 novembre e si concluderà la mattina del 9 novembre e consiste in questo: mettere ognuno di noi nel nostro profilo la foto di Emanuele e lasciarla per una settimana appunto. E la foto sarebbe questa (la vedete riprodotta in pagina, ndr) che spiega da sola il perché di questo evento. Se siete d’accordo scrivetelo qui e prendete la foto, grazie”. Un’iniziativa che si è rivelata un successo clamoroso, che cresce di ora in ora. Al punto tale che sempre attraverso il social sono arrivate anche le parole di papà Franco che ha scritto: “Non potete credere quanto è emozionante vedere il viso di Emanuele tutti insieme su tanti diversi profili di amici Facebook. Che grande regalo che mi state facendo, grazie amici”. Insomma, una dimostrazione che i social – se usati con giudizio – possono avere la propria utilità. Ma il regalo più grande che aspettiamo resta lo stesso. Che Emanuele torni a casa, o almeno si faccia vivo.