Senza stipendio dal mese di febbraio. E’ questa la situazione in cui versano quaranta dipendenti di Villa Mercede, la struttura assistenziale del comune di Serrara Fontana, una storia che a distanza di tempo si ripete e che sta mettendo a dura prova diverse famiglie ischitane costrette a chiedere prestiti o a fare grandi sacrifici per andare avanti. Lavoratori che ogni giorno, nonostante questa situazione vada avanti da ben quattro mesi, ogni giorno si recano nella struttura dove accudiscono più di venti anziani affetti da diverse patologie con amore e abnegazione, perché la loro è soprattutto una missione che però non viene capita né giustamente retribuita. È con una lettera scritta in modo corale che hanno affidato dubbi e preoccupazioni sperando che arrivi ai vertici dell’Asl Na 2 Nord da cui dipende la struttura che se oggi è tanto rinomata è soprattutto grazie al loro lavoro. «Siamo i dipendenti della RSA “Villa Mercede” – scrivono – struttura del comune di Serrara Fontana che accoglie attualmente 23 pazienti con diverse patologie e occupa oltre 40 dipendenti tra psicologi, fisioterapisti, assistenti sociali, chef, animatori sociali, ausiliari, infermieri e oss. Tale struttura di proprietà dell’Asl è attualmente affidata tramite gara d’appalto al consorzio Nestore che l’ha affidata in subappalto alla Civitas soc. coop. soc onlus. La coop Civitas aveva l’appalto fino a giugno 2017, poi prorogato a novembre 2017 e ancora attualmente in attesa dell’esito della gara d’appalto. Tale gara, che ufficiosamente si sapeva già aggiudicata al consorzio Nestore, è stata bloccata per via di un ricorso al Tar in cui si sosteneva che i servizi richiesti erano tanti in proporzione alla rendita della struttura. Noi dipendenti teniamo a precisare che la cooperativa Civitas ha da sempre avuto problemi per i pagamenti dei nostri stupendi addossando la colpa ai ritardi sia dell’Asl che del consorzio Nestore. Ad oggi lamentiamo le mancate spettanze dei mesi di febbraio, marzo, aprile maggio e a breve anche giugno e i nostri Tfr». Non è la prima volta, infatti, che i dipendenti della struttura lamentano questo tipo di situazione attraverso le colonne del nostro quotidiano, situazioni difficili, poi per fortuna rientrate. «Ci continuano a dire – si legge ancora nella lettera – che l’Asl Na 2 Nord non paga questa copertura da novembre 2017, che loro finora hanno anticipato gli stipendi pagando, ma ora non possono più farlo. Nonostante questi gravi problemi la struttura funziona a pieno regime, i pazienti sono curati e accuditi con amore, ma noi operatori non riusciamo più a sostenere il peso di questa situazione. Siamo vessati e umiliati, costretti a chiedere prestiti per far fronte alle spese personali e familiari di ciascuno che già sappiamo di non poter restituire. Non sappiamo più cosa fare la situazione è insostenibile soprattutto in considerazione del fatto che siamo quasi tutte famiglie monoreddito. La Civitas non fa altro che ripetere che il 30 giugno va via, e noi? non abbiamo alcuna certezza sul nostro futuro lavorativo e su cosa ne sarà di tutti questi soldi che ci spettano. Con la presente – concludono – vogliamo mettere a conoscenza soprattutto l’Asl Na 2 Nord di questa nostra condizione e nello specifico chiedere ai dottori Balivo e D’Amore di aiutarci verificando in primis la veridicità di quanto denunciato ed esaminando la correttezza dell’operato del consorzio Nestore e della coop. Civitas».